«Parlare oggi di Genova (a chi non c'era) significa non solo fare memoria di quello che accadde, ma capire che cosa sia successo in questi vent'anni e soprattutto immaginare ancora l'utopia, che non è mai sinonimo di irrealizzabile. Un altro mondo è possibile, si diceva allora: oggi nei lavori del ventennale un titolo sostitusce "possibile" con "necessario".
Ecco perché vogliamo, ma soprattutto dobbiamo.
Parlare di Genova è un dovere, in omaggio alle nostre idee, di tante persone, molte di più di chi era al potere allora come oggi, molte di più di quante ancora oggi sono distratte, o semplicemente analfabete di valori e di ideali.»
[2001-2021 Genova per chi non c'era. L'eredità del G8: il seme sotto la neve, a cura di Angelo Miotto]